Abbonamenti Meta, consumatori europei chiedono il blocco

Abbonamenti Meta, consumatori europei chiedono il blocco

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Con il nuovo piano di abbonamenti a pagamento introdotto il novembre scorso, Meta starebbe violando le leggi europee sulla privacy e sulla tutela dei consumatori. Questa è l’accusa lanciata dalla BEUC, l’Organizzazione europea dei consumatori, e dalle autorità di 18 Paesi membri.

L’accusa della BEUC

Il servizio introdotto da Meta permette di eliminare le inserzioni dai feed di Instagram e Facebook a fronte di un pagamento mensile che varia dai 9,99 euro a 12,99 euro. Questa, secondo l’organizzazione dei consumatori, è una “pratica aggressiva” che spinge gli utenti verso la scelta peggiore, cioè non pagare l’abbonamento perché troppo costoso, e continuare a condividere i propri dati con Meta e quindi essere profilati.

“Meta sta bloccando parzialmente l’uso di Facebook e Instagram finché gli utenti non avranno selezionato l’una o l’altra opzione, il che costituisce una pratica aggressiva […] Attraverso la tenacia e creando un senso di urgenza, Meta spinge i consumatori a fare una scelta che potrebbero non voler prendere”, spiega la BEUC.

Stando all’organizzazione, anche se si sceglie di pagare Meta l’azienda continua a profilare gli utenti. “In realtà, è probabile che i dati personali degli utenti continuino ad essere raccolti e usati, ma per scopi diversi dalla pubblicità”.

Informazioni fuorvianti

La BEUC afferma inoltre che Meta non fornisce tutte le informazioni ai consumatori per aiutarli ad effettuare scelte consapevoli, anzi. Le informazioni sono “fuorvianti e incomplete”.

“Meta li inganna presentando la scelta tra un’opzione a pagamento e una ‘gratuita’, mentre quest’ultima opzione non è ‘gratuita’ perché i consumatori pagano Meta attraverso la fornitura dei propri dati, come già affermato da precedenti sentenze dei tribunali”.

E in più, gli utenti non hanno neanche una vera e propria libera scelta di abbandonare le piattaforme di Meta perché perderebbero tutti i contatti, le interazioni e i legami costruiti nel corso degli anni. E il prezzo degli abbonamenti è un ulteriore fattore deterrente perché è elevato per i consumatori, “il che significa che non hanno una vera scelta”, conclude la BEUC.

“La scelta che il gigante tecnologico sta offrendo ai consumatori è scorretta e illegale”, ha commentato Ursula Pachl, direttrice generale della BEUC. “Le autorità per la protezione dei consumatori nell’UE devono attivarsi subito e obbligare il gigante tecnologico a bloccare questa pratica“.

 

FONTE: eCampus Magazine